Salina una delle isole dell’arcipelago eoliano. La seconda più grande per estensione e per popolazione dopo Lipari. Salina è un’isola particolare…ha ben tre comuni, quello di Santa Marina, il più “famoso” diciamo, quello di Malfa e Leni.Inizialmente però l’isola non si chiamava Salina, ma Didyme dal greco antico gemelle, per i due vulcani dell’isola.
Cosa vi voglio far vedere di Salina?! Salina è stata per me una grande sorpresa. Se la avessi vissuta da semplice turista probabilmente non l’avrei capita, come invece ho fatto grazie alla famiglia Bartolone che mi ha ospitato nella sua splendida casa isolana di Leni. Partiamo infatti dal porto in cui sono arrivata, Rinella. Piccolissimo porticciolo, che presenta l’unica spiaggetta di sabbia dell’isola.
A ridosso della spiaggia tutta in altezza si erge un piccolo borgo di pescatori, molto carino e caratteristico. Salendo salendo si trova la chiesetta di San Gaetano, con la sua piazzetta, affacciata sul porticciolo. Nei giorni passati a Salina, ho capito una cosa…qualsiasi spiaggia, porticciolo, scoglio o altro che affacci al mare è perfetto e bellissimo per fare il bagno. Non esiste una spiaggia che non valga la pena di provare…io le ho fatte praticamente tutte, grazie alle mie guide isolane Tindara e Nicola. Visto che siamo a Rinellapartiamo da qui, una delle spiagge che più mi è rimasta nel cuore di questa zone è quella di Prà Venezia.
Un piccolo golfetto, fatto di rocce tondeggianti, che affaccia direttamente sull’Etna. Mare cristallino, silenzio tombale, gente…pochissima, sarà la strada che bisogna fare per arrivarci, altrimenti non si spiega. Una cosa importantissima, mi sono dimenticata di dirvi, nella vostra valigia per andare a Salina non possono mancare delle comode scarpette in gomma. Essendoci una sola spiaggia di sabbia, quella di Rinella, tutte le altre ovviamente sono da spaccarsi i piedi. Quindi, scarpette in gomma, vacanza felice assicurata! Spostiamoci nella zona di Santa Marina, il porto diciamo più utilizzato dai turisti. Il centro praticamente è molto piccolo, con una classica ma particolare stradina fatta di negozietti e vicoletti, molto suggestivi. Ogni Comune una chiesa, se a Rinella avevamo quella di San Gaetano, a Santa Marina abbiamo quella della si Maria Santissima Addolorata, facilissima da trovare perché si trova proprio sopra la via principale di Santa Marina.
Le zone di mare di questa zona si trovano a fianco al porto, dove non troviamo più spiaggia ma un piccolo molo, costruito a pelo dell’acqua con apposite scalette, da piscina, proprio per poter salire e scendere tranquillamente in questa striscia di mare che veramente sembra essere una piscina naturale. Se però io volessi farmi un bagnetto e mangiare un ottimo pane cunzato, io vi consiglierei di andare a Lingua. Una vera e propria lingua di terra che oltre al mare ha un lago. E bene si…un laghetto salato. Da qui infatti ha preso il nome di Salina, proprio per la presenza di questa salina naturale, ormai non più utilizzata da tempo, ma che è sempre di grande effetto visivo! Una scena quasi inusuale, il mare da un lato, il faro nel mezzo, e un lago…qui è realtà. Non vi consiglio un tuffo nel laghetto, ma di questo penso proprio che ve ne accorgerete una volta li. La spiaggia è al solito fatta di pietre di media e piccola grandezza. Un po’ scomodo per prendere il sole ma una volta in acqua, chi se ne frega della pietra piantata nella schiena. A Lingua io ho potuto assaporare un pane cunzato veramente ottimo, li non si può sbagliare, potrete scegliere tra due locali, buoni entrambi. Spostiamoci nel Comune di Malfa. Malfa, insieme a Santa Marina sono le zone diciamo più turistiche dell’isola, anche per la grande presenza di strutture alberghiere. Malfa ha un centro molto più rialzato dal livello del mare. Si affaccia sulle isole di Panarea e Stromboli.
Comune nuovo, chiesa nuova, quella di Sant’Anna, che racchiude in essa numerosi dipinti e scultura. La chiesa affaccia su un’ampia piazza decorata con al centro una rosa dei venti, simbolo che allude al legame con le altre isole e i venti che le padroneggiano. Di Malfa non si può non vedere la zona di Pollara, divenuta famosa grazie al film Il Postino. Ma lasciando stare questo particolare, Pollara porta con se un fascino allucinante. Questa frazione sorge sui resti dell’antico cratere parzialmente sprofondato. La chiesa di Pollara è quella dedicata a Sant’Onofrio edificata nel 1853 e che ancora presenta il pavimento originario. Un posto magico, dove poter ammirare il tramonto, su Alicudi e Filicudi.
Pensate che vicino alla piazza hanno attrezzato un piccolo spazio, chiamato Oasi, dove poter fare l’aperitivo al tramonto, circondati da bellissimi quadri, riviste e dove ogni tardo pomeriggio viene proiettato il film Il Postino. E’ come se questa zona voglia ringraziare così, ciò che l’ha resa famosa, attraverso la figura non tanto del Postino ma proprio di Massimo Troisi. Tante infatti sono le sue rappresentazioni un po’ in tutta l’isola. Ma il gioiello di questa zona in realtà non ha bisogno di nient’altro se non di se stesso. La spiaggia di Pollara è una sorta di baia chiamata “Bailate” chiusa dal Perciato, una parte della scogliera, presenta dei magazzini scavati direttamente nella roccia e chiusi da cancellate in ferro. Venivano utilizzate dai pescatori, e forse qualcuna ancora viene utilizzata ancora per conservare materiale da pesca. Sembra quasi un piccolissimo paesino, vederlo fa un effetto allucinante. Per arrivarci solita strada, scalinata a gogo. Sembra che per raggiungere i posti più belli alla fine bisogna pagare con il sudore lo spettacolo che hai goduto fino a quel momento. Qui più che spiaggia, è un grande blocco di scogli, dove le scarpette in gomma, sono la salvezza per qualche spiacevole inconveniente. Fare il bagno li è stata una cosa assurda, da che cammini su un lungo scoglio a pelo dell’acqua, a che ti ritrovi uno strapiombo sottomarino favoloso, con una visibilità pazzesca. Zona perfetta per immersioni e snorkeling.
Curiosità: siete nella spiaggetta di Pollara e vi siete dimenticati l’acqua in macchina?? l’ombrellone o altro, li un chioschetto in cima alla “rupe” ha montato un cestello. Ordini ciò che vuoi e te lo scendono comodamente in spiaggia tramite un cesto che viene sceso con una cordicella…quando tutta questa grande tecnologia non serve! Sembra una pubblicità, ma non posso non lodare un’idea così geniale come questa, che ti risparmia una faticaccia immane!!!! Dopo il mare c’è sempre la montagna, tanti sono gli appassionati di trekking che decidono di fare una bella passeggiata sui due monti. Il Monte Fossa delle felci e il Monte Porri. Solitamente il più visitato è il Monte Fossa. Più che una scalata si può tranquillamente parlare di una lunga passeggiata in mezzo al bosco. Diversi sono i sentieri che si possono intraprendere per la raggiungere la vetta. Il più breve, e più battuto, è quello nella frazione di Val di Chiesa. Durante la salita troviamo un vero e proprio fitto bosco, fatto da alberi di castagno, querce, pini e tanto altro.
Il nome Monte Fossa delle felici non è dato a caso, infatti poco prima di arrivare in cima alla vetta, il cratere diventa una vera e propria distesa verde di felci che piano piano riuscirete ad attraversare! Monte Porri invece è la vetta meno battuta, anche più spoglia a livello di vegetazione e un po’ più difficoltosa da intraprendere visto la pendenza del suo “sentiero”.
Tipicità di Salina. Un luogo dove le tradizioni rimangono nel tempo! Si sa che l’isola di Salina è famosa per i suoi capperi e per la sua malvasia. Ma devo essere sincera qui è la gente che cura tutto ciò che fa la differenza. Che nelle case appende ancora ai tetti i dolcissimi pomodorini a “scocca”. Che nelle strade trovi al sole i pomodori da fare essiccare al sole. La tradizionale raccolta del cappero, che ho scoperto essercene di due tipi, con le spine e senza. Senza contare i diversi tipi di cappero! Per me un cappero era…un cappero. Adesso invece no! Esiste il cappero fino, quello medio il capperone e il cucuncio, lo stadio finale del frutto della pianta del cappero. Il più pregiato è il più piccolo di tutti, pagato praticamente a peso d’oro. Ma nell’isola questo prezioso frutto non viene utilizzato solo come contorno nelle insalate, viene proprio fatta l’insalata di capperone. Il capperone mi spiegava la Signora Angela è lo stadio prima del fiore.
Li dissalano per 2 giorni in acqua dolce e poi li condiscono con un po’ di patate, olio,cipolla e aceto. Questo è uno dei modi, ma tante sono le ricette in cui vengono utilizzati. Oltre a questi ottimi gioielli l’isola è famosa anche per il suo “oro”…la Malvasia. Per le strade di Salina, infatti, è possibile notare alcune distese di questa particolare uva. La Malvasia solitamente si accompagna con almeno una decina di piparelle, biscotti tipici siciliani, ottimi da inzuppare in questo vino, un po’ liquoroso, oserei dire. Questi sono i prodotti tipici del luogo, ma a fare da cornice ovviamente a tutto ciò c’è il pesce, la loro dieta si basa principalmente su questo, fatto in tutte le maniere possibili ed immaginabili. Famose le polpette di totano della signora Angela con cui ho avuto il piacere di parlare di tutte le tipicità dell’isola.
La verità è che se vi dovessi consigliare un posto dove andare a mangiare a Salina, l’unico posto in cui vi consiglierei e nelle case di queste splendide persone, non perché nei locali non si mangi bene, ma perché se si vuole assaporare la vera isola bisogna stare con i veri isolani. E come la Malvasia, non troverete la malvasia più buona nei market della zona, la troverete nelle campagne della zona, nelle case di questa brava gente, che hanno Donne e Uomini che con le proprie mani riescono a lavorare la terra con rispetto e gratitudine di quello che gli da, esattamente come fanno Vincenzo ed Angela, due splendide persone di Leni, che grazie a loro e alla loro splendida famiglia, mi hanno dato modo di capire veramente Salina.
Tradizioni isolane. Si può dire che le feste più sentite nell’isola sono quelle di tipo religioso, con le tipiche processioni delle varie chiese isolane, quella a cui ho assistito io è quella di San Gaetano. Una processione molto carina, che si svolge anche in mare. Fanno fare al Santo il giro della baia di Rinella con una barca e poi lo riportano nella sua chiesa di appartenenza. Oltre agli eventi religiosi sull’isola organizzano diverse sagre, come quella a Lingua dei dolci, l’ultima domenica di Dicembre. La sagra del pane cunzato con l’olio di Leni, l’ultima domenica di Novembre.