L’isola di Salina, studio geografico economico di Francesco Speranza
20 Febbraio 2016 Notizie Salina
E’ progettata anche la costruzione di una rotabile che da Lingua dovrebbe raggiungere Leni attraverso le accidentate ed aspre pendici meridionali della Fossa delle Felci.
In tal maniera si avrebbe una rete stradale che interesserebbe la zona marginale della parte orientale dell’isola (rilievo del M.te Rivi e del M.te Fossa delle Felci) e che collegherebbe i centri più importanti dell’isola. Solo Pollara posto nella cavità craterica più recente di Salina rimane fuori di questo collegamento. Prima della costruzione delle rotabili il transito sugli erti e spesso franosi sentieri era assai difficile e le comunicazioni tra i centri costieri si svolgeva soprattutto mediante barche. Quando il piroscafo di linea non poteva, a causa del mare agitato, sbarcare a Rinella ed a Malfa i passeggieri, li sbarcava a Santa Marina, da qui erano costretti a percorrere i disagevoli sentieri che giungevano ai due centri e ciò era discretamente penoso. Le difficoltà di comunicazioni pertanto favorivano la suddivisione dell’isola in tre piccoli e poco consistenti comuni.
Le comunicazioni dell’arcipelago con la Sicilia e con il resto dell’Italia vengono effettuate per via marittima. Vi partecipano piroscafi di linea della Società Eolia (i cui servizi sono sovvenzionati dallo Stato) e velieri, barche e motovelieri che esercitano servizi liberi ed occasionali.
I servizi di linea consistono di tre linee e cioè: la giornaliera Milazzo-Lipari-S.ta Marina, con scalo a Rinella ed a Malfa a giorni alterni (linea 102) e la settimanale Messina-Milazzo-Lipari-S.taMarina-Lingua-Rinella-Pollara.Malfa-Panarea-Ginostra-Stromboli-Napoli (linea 101): Questa linea ha importanza per il movimento emigratorio e per i contatti commerciali con la piazza di Napoli. Gli emigranti diretti verso l’Australia si dirigono per l’imbarco a Messina, quelli con destinazione per le due Americhe a Napoli. Infine un’altra linea è quella che da Messina per Lipari tocca alternativamente l’isola di Salina (S.ta Marina, Lingua, Rinella, Malfa e Pollara) e termina ad Alicudi e Filicudi (linea 104).
Il traffico marittimo complessivo della navigazione di linea è indicato dalla seguente tabella:
IMBARCHI | SBARCHI | ||||||||
| Merci in (quint.) | Passeggeri (n.ro) | Merci (in quint.) | ||||||
Anni | 1948 | 1950 | 1952 | 1948 | 1950 | 1952 | 1948 | 1950 | 1952 |
Scali: S.ta Marina |
349,0 |
270,0 |
631,5 |
4440 |
4514 |
4496 |
1808,0 |
1875,0 |
2588,2 |
Malfa | 718,0 | 851,4 | 976,6 | 2876 | 3146 | 3777 | 1236,3 | 2363,0 | 3171,8 |
Rinella | 274,3 | 677,6 | 611,1 | 2513 | 2405 | 2547 | 1408,0 | 1503,5 | 1733,4 |
TOTALE | 1341,3 | 1798,0 | 2229,2 | 9829 | 10,065 | 10.820 | 4452,3 | 5741,5 | 7513,4 |
Nel traffico merci di linea dominano nettamente gli sbarchi che sono costituiti principalmente di generi alimentari quali: legumi e patate a cui seguono la farina e le paste alimentari. Discreta importanza ha pure l’importazione della crusca, dello zucchero, delle conserve alimentari (pomodoro) e della verdura fresca. Tra gli altri prodotti registrano un certo interesse gli sbarchi di petrolio, di nafta, di benzina e prodotti vari dei quali, come si è visto, l’isola difetta.
Tra le merci imbarcate predominano il vino, la malvasia, i capperi, il pesce salato, il pesce fresco, l’olio e talvolta le sanse d’olivo.
L’imbarco si svolge in gran parte attraverso lo scalo di S.ta Marina ed oscilla tra i 1300 ed i 3300 quintali annui di merce.
Le merci sbarcate dalle navi a vela ed a motore invece consistono in generi alimentari, per lo più patate, legumi e merci varie. Spesso tali imbarcazioni, partendo dai piccoli porti delle costa settentrionale della Sicilia (per lo più Milazzo), fanno un vero e proprio commercio girovago in tutto l’arcipelago eoliano.
Il movimento dei passaggeri si svolge tutto per mezzo della navigazione di linea. Il movimento è in costante aumento e tocca quasi 11.000 persone imbarcate all’anno, mentre a poco meno ammontano gli sbarchi.
Maggior movimento di persone registra lo scalo di S.ta Marina, il cui movimento appare però quasi stazionario, mentre quello di Malfa, che occupa il secondo posto, nota un costante aumento e per ultimo viene lo scalo di Rinella che anch’esso registra un traffico di persone quasi stazionario.
Il maggior movimento delle persone si verifica durante i mesi di luglio, agosto e settembre. Il minor traffico invece si ha nei mesi di dicembre, gennaio e febbraio e questo viene giustificato anche perché in tali mesi il mare non è spesso tranquillo.
Per quanto riguarda le direttrici del traffico, una di esse è diretta e proveniente rispettivamente dall’isola di Lipari ed i suoi scali assorbono circa il 48% del movimento totale, un’altra va poi al porto di Milazzo che attira il 32% dei passeggeri, mentre il traffico inter-insulare, fatta eccezione per Lipari, ha assai scarsa importanza.
Il predominio del movimento nelle due direzioni citate, cioè Lipari e Milazzo, è dovuto al fatto che l’isola di Lipari è il centro economico più attivo dell’arcipelago mentre Milazzo è solo lo scalo per il capoluogo di provincia, come pure per le altre destinazioni della Sicilia e per la penisola italica.
I piroscafi a causa degli scarsi fondali non attraccano in nessun scalo dell’isola per cui, passeggeri e merci vengono portati a terra od imbarcati mediante trasbordi.
Ai piccoli moli, dei quali solo quello di S.ta Marina è dotato di una piccola gru a mano, possono sempre attraccare i velieri.
L’attrezzatura marinara di Salina non è oggi rilevante e segna di fronte al passato un netto regresso.
Le barche attualmente esistenti nell’isola assommano in tutto a 130 ed hanno un massimo di 2-3 tonnellate. Esse sono suddivise, tra le diverse zone dell’isola (31.06.1953), come segue:
Santa Marina e Lingua | Numero barche | 84 |
Malfa e Pollara | “” | 31 |
Rinella | “” | 15 |
Lo sviluppo della marineria di Salina si verificò nel secondo quarto di secolo del 1800. Prima esistevano pochi natanti che mantenevano le comunicazioni con la Sicilia e la Calabria e si spingevano al massimo sino a Napoli da un lato ed a Taranto dall’altro. Con l’aumento della produzione agricola e specialmente con quella vinicola, il volume del traffico aumentò e si ebbe la convenienza di costruire o comperare altre imbarcazioni. Anche l’area del traffico si allargò estendendosi da un lato sino a Trieste e dall’altro sino a Marsiglia e la costa del Golfo di Leone. Qualche nave più grande si arrischiò pure di attraversare l’Atlantico.
Fu intorno al 1870 che la marineria dell’isola di Salina, per più di tre quarti concentrata a Santa Marina, raggiunse il suo maggior sviluppo. Si aveva allora la seguente consistenza di natanti:
imbarcazioni per la pesca e per il traffico locale di (1-3 tonn.) | Numero | 216 |
Paranze (da 3-6 tonn.) | “” | 10 |
Bovi | “” | 6 |
Paranzelli (da 8 a 31 tonn.) | “” | 18 |
Marticane | “” | 6 |
Scooner (da 34 a 64 tonn.) | “” | 3 |
Attiva era nell’isola di Salina la costruzione di piccoli e medi natanti. Tale industria veniva esercitata a Santa Marina ed a Lingua che disponevano di spiagge adatte per tale attività. Tra il 1832, inizio del maggior sviluppo della marineria, ed il 1871 si costruirono nell’isola i seguenti natanti:
Paranzelli | Numero | 14 |
Bovi | “” | 8 |
Marticane | “” | 4 |
Paranze | “” | 12 |
La distruzione dei vigneti, l’avvento della navigazione a vapore e la costruzione delle linee ferroviarie nel mezzogiorno d’Italia misero fine a questo come ad altri traffici marittimi del genere. Così la marineria di Salina scomparve sino a ridursi a quel poco di cui è stato citato prima.
Si ringrazia per il testo e le foto Massimo Ristuccia