Riceviamo e Pubblichiamo
L’associazione Combattenti e reduci di Lingua è particolarmente orgogliosa di aver avuto l’ iniziativa di posizionare la prima panchina rossa dell’ isola di Salina.
Ci auguriamo che a questa panchina ne seguano tante altre, in modo che in ogni comune, in ogni frazione, vi sia il segnale di attenzione e sensibilità sull’argomento.
Ma posizionare una panchina è un atto simbolico, non basta.
L’attenzione non deve essere a seguito di un atroce fatto di cronaca, non il primo ma il centoduesimo, non il risultato di una tempesta mediatica.
La nostra associazione ha programmato da mesi questa iniziativa,che non si conclude con questi due giorni.
Abbiamo intenzione di instaurare un rapporto di collaborazione con l’associazione ASTREA di Milazzo affinché si porti avanti un progetto educativo duraturo
Questa panchina è il risultato della sensibilità di alcuni nostri concittadini,non soci, che hanno fatto una donazione e che noi ringraziamo sentitamente.
Come sapete l’associazione non ha entrate se non quelle dei nostri contributi.
Ricordo a tutti che l’ANCR non è semplicemente una associazione ricreativa o sportiva.
Il nostro è un ENTE MORALE e in programma abbiamo proprio di aiutarci a ritrovare quei valori, quel rispetto, quell’ educazione che caratterizzavano la nostra comunità.
Grazie a tutti per la partecipazione, grazie ai soci che si sono messi a disposizione e, soprattutto ai non soci, a Onofrio, il signor Franco, Tindaro e tutti quelli che ci hanno supportato in vari modi.
Vorrei condividere con voi la frase che scriveremo sulla panchina, in seguito perché per oggi non abbiamo potuto
” Amore è libertà e rispetto.
Non siamo più sole.
Siamo Donne Combattenti
Dalla dort.ssa Longo è stata letta la poesia dedicata dalla sorella a Giulia :
Se domani non rispondo alle tue chiamate, mamma.
Se non ti dico che non torno a cena. Se domani, il taxi non appare.
Forse sono avvolta nelle lenzuola di un hotel, su una strada o in un sacco nero.
Forse sono in una valigia o mi sono persa sulla spiaggia.
Non aver paura, mamma, se vedi che sono stata pugnalata .
Non gridare quando vedi che mi hanno trascinata per i capelli .
Cara mamma, non piangere se scopri che mi hanno impalata .
Ti diranno che sono stata io, che non ho urlato abbastanza, che era il modo in cui ero vestita, l’alcool nel sangue.
Ti diranno che era giusto, che ero da sola.
Che il mio ex psicopatico aveva delle ragioni, che ero infedele, che ero una puttana.
Ti diranno che ho vissuto, mamma, che ho osato volare molto in alto in un mondo senza aria.
Te lo giuro, mamma, sono morta combattendo.
Te lo giuro, mia cara mamma, ho urlato tanto forte quanto ho volato in alto.
Ti ricorderai di me, mamma, saprai che sono stata io a rovinarlo quando avrai di fronte tutte le donne che urleranno il mio nome.
Perché lo so, mamma, tu non ti fermerai.
Ma, per carità, non legare mia sorella.
Non rinchiudere le mie cugine, non limitare le tue nipoti.
Non è colpa tua, mamma, non è stata nemmeno mia.
Sono loro, saranno sempre loro.
Lotta per le vostre ali, quelle ali che mi hanno tagliato.
Lotta per loro, perché possano essere libere di volare più in alto di me.
Combatti perché possano urlare più forte di me.
Perché possano vivere senza paura, mamma, proprio come ho vissuto io.
Mamma, non piangere le mie ceneri.
Se domani sono io, se domani non torno, mamma, distruggi tutto.
Se domani tocca a me, voglio essere l’ultima.