Il ponte migratorio fra le Eolie e l’Australia
28 Giugno 2011 Isole Eolie Cenni StoriciIl ponte migratorio fra le Eolie e l’Australia
di Antonio Brundu
Sin dalla seconda metà dell’Ottocento, gli eoliani partirono in tanti. Oggi più di trentamila emigrati dall’arcipelago vivono agli antipodi. Una volta occorrevano trenta giorni di navigazione, la distanza è stata ridotta dai voli intercontinentali che impiegano un giorno.
Da vent’anni un intenso contatto con le comunità stabilitesi nell’emisfero australe ha rafforzato i rapporti con le terre d’origine. Dalle Eolie partirono in tanti verso le Americhe e l’Australia sin dalla seconda metà dell’Ottocento. Il fenomeno migratorio assunse toni più consistenti all’inizio del 1900 e negli anni ’50, subito dopo la seconda guerra mondiale.
Intere famiglie lasciarono la loro case e le loro isole, specialmente verso l’emisfero australe. Migliaia di persone, a bordo delle navi, si recarono in Australia e Nuova Zelanda, dove vivono, oggi, più di trentamila eoliani (compresi figli e nipoti di prima, seconda e terza generazione). Si sono bene integrati nel tessuto sociale australiano e si sono inseriti in tanti settori della vita pubblica e privata.
Diversi isolani hanno ricoperto e ricoprono tutt’ora incarichi di prestigio a livello politico, culturale, religioso, sociale, economico ed imprenditoriale (pesca, agricoltura, edilizia e commercio). In tutti questi anni, ad eccezione dei rapporti epistolari con lettere inviate tramite la posta, si erano persi quasi del tutto i contatti tra gli abitanti dell’arcipelago e gli eoliani d’Australia, la cui terra era lontanissima e difficile da raggiungere.
Con l’avvento dei voli intercontinentali le distanze di tempo per la durata del viaggio (30 giorni di navigazione di una volta rispetto alle 24 ore di volo di oggi) sono state ridotte notevolmente e così sono iniziati i viaggi di ritorno (per vacanza) di numerosi isolani verso la terra d’origine. Molti sono ritornati, per la prima volta, dopo 40 o 50 anni che mancavano dalle isole.
Nel contempo, sono stati organizzati viaggi fra le Eolie e l’Australia, a partire dal 1990, al fine di attuare un progetto interculturale, sociale e religioso caratterizzato da incontri, convegni, proiezioni di documentari, intrattenimenti musicali ed allestimenti di mostre fotografiche sulle isole Eolie, rafforzando i legami tra le due comunità. A tal proposito va ricordato il viaggio compiuto, negli anni ’50, dall’allora vescovo di Lipari Bernardino Salvatore Re prima negli Stati Uniti d’America e poi in Australia, qui ospitato dai Padri Cappuccini nel santuario di Sant’Antonio – Hawthorn Melbourne e da quelli di St. Fiacres a Leichardt, Sydney.
A questo viaggio seguirono, dopo tanti anni, le visite di altri due vescovi: Salvatore Di Salvo negli anni ’70 e Francesco Miccichè (attuale vescovo di Trapani) nel 1994, oltre alle visite di alcuni sacerdoti eoliani nel decennio 1990-2000 e del Sindaco del Comune di Lipari Michele Giacomantonio nel 1997 che sanzionò il gemellaggio con il Comune di Drummoyne, oggi Canada Bay (sobborgo di Sydney) abitato da numerosi eoliani.
Il mio primo viaggio nel continente australiano (nella qualità di addetto culturale eoliano) risale al mese di aprile del 1990 su invito del Premier australiano John Cain e del ministro dell’epoca per gli Affari Etnici del Victoria Andrew Mac Cutcheon (su sollecitazione del senatore Nino Randazzo e di Marcello D’Amico, rispettivamente presidente e segretario dell’Associazione Iniziativa Culturale Australia Isole Eolie), delle Associazioni eoliane d’Australia (Società Isole Eolie e Comitato Madonna del Terzito di Melbourne ed Associazione Isole Eolie- Confraternita di San Bartolomeo di Sydney) e delle istituzioni ed associazioni italiane come i Consolati d’Italia a Melbourne e a Sydney, l’Istituto italiano di cultura e il CO.AS.IT. di Melbourne, Australia-Italian Club di Perth ed Italo-Australian Centre di Brisbane.
In quella occasione mi venne in mente che sarebbe stata opportuna, per la prima volta, la visita di un sindaco eoliano tra i connazionali d’Australia e così coinvolsi il primo cittadino del Comune di Malfa del tempo, Basilino Sottile, in un viaggio memorabile, anche per il gemellaggio tra il Comune di Malfa e quello di Moorabbin (sobborgo di Melbourne con alta concentrazione di eoliani).
Sono rimasti impressi nella mia mente, fra l’altro, i discorsi calorosi di Ross Maniaci (presidente onorario dell’Associazione Isole Eolie del New South Wales) a Sydney e dell’artista Marcello D’Amico a Melbourne, dove si sono svolti i primi due incontri comunitari e dove ho allestito, alla Eolian House di Five Dock e nei locali della Società Isole Eolie di Carlton, la mia prima mostra fotografica che aveva per titolo “Vi racconto le isole Eolie”. Alla fine, per una pura casualità, sia Ross che Marcello mi hanno donato un boomerang e tutti e due mi hanno detto: “Questo è un regalo prezioso, perché ti farà ritornare in Australia tante altre volte”.
E così è stato. Sono ritornato nell’ottobre dello stesso anno su invito del console italiano di Perth (Western Australia) Vincenzo Schioppa e del sindaco di Fremantle John Cattalini. E, poi, nel 1992 (con Girolamo Ravesi, assessore del Comune di Malfa); nel 1997 (con Michele Giacomantonio, sindaco pro tempore del Comune di Lipari); nel 2005 (con monsignore Giovanni Marra, arcivescovo emerito di Messina, Lipari e Santa Lucia del Mela e padre Giuseppe Mirabito, quale parroco di Val di Chiesa e rettore del Santuario dedicato alla Madonna del Terzito); nel 2006 (con Mariano Bruno, sindaco attuale del Comune di Lipari); e, quindi, nel 2008, con Massimo Lo Schiavo, attuale sindaco del Comune di Santa Marina Salina, con il parroco Alessandro Lo Nardo e con i componenti della Banda musicale Isola Verde.
In tali occasioni ho allestito mostre fotografiche con soggetti diversi e con argomenti specifici. Si è trattato di immagini che “raccontavano” alcuni aspetti, passati e presenti, dell’arcipelago eoliano e della comunità isolana in Australia. La narrazione fotografica comprendeva bellezze naturali e paesaggistiche, tradizioni popolari e feste religiose, usi e consuetudini degli eoliani con le loro attività agricole ed artigianali, il mare, la pesca, le barche, la natura, l’uomo, la gente, i frutti e i colori della terra, i segni del fuoco, i riti, le abitazioni, i luoghi e le immagini dello spirito che riportano alla preghiera ed alla speranza le comunità che vivono nelle piccole isole, in terre emerse dal mare in modo violento e che, ora, appaiono in tutto il loro fascino e la loro bellezza, fra giornate di tempesta, fra pioggia e mare, ora calmo, ora agitato, e giornate assolate, ritratte dall’ombra dei pergolati e dalle logge colme di foglie verdi e uva da tavola.
Temi questi, avvincenti e fascinosi, che esprimono sensazioni e sentimenti di una vita protesa verso la scoperta e la conoscenza del mondo eoliano, attraversato da mutamenti e trasformazioni che hanno modificato e che modificano l’ambiente sociale, umano e culturale delle isole Eolie e dei loro abitanti; tuttavia permangono antichi valori tipici ed autentici dell’universo eoliano, che non possono e non devono scomparire. Un esempio lampante di tali valori sono gli eoliani d’Australia, i quali hanno conservato e custodito il senso di accoglienza, di ospitalità e di cordialità, tipico della cultura originaria. E ancora oggi, forti delle proprie radici umane e cristiane, non hanno dimenticato le abitudini, le consuetudini e i culti devozionali della propria religiosità, portati dalle isole natie e trasmesse alle nuove generazioni.
Possono essere orgogliosi e soddisfatti gli isolani che vivono in Australia per i traguardi e i risultati conseguiti in tutti i campi del tessuto sociale australiano, anche perché hanno plasmato con la loro civiltà questa giovane terra, impregnandola della storia, della cultura, della religiosità e delle tradizioni eoliane nel rispetto di tutte le altre forme multiculturali presenti nel continente australiano.
Mi vengono alla mente le affermazioni di padre Alessandro Lo Nardo, attuale rettore del Santuario della Madonna del Terzito, in Val di Chiesa, nell’isola di Salina, il quale ha detto, nel febbraio del 2008, in occasione del suo viaggio in Australia: “Ogni sguardo di ciascun isolano esprimeva quei valori fondamentali da sempre cari a gli eoliani, come l’accoglienza e la famiglia. Gli isolani hanno portato onore a l n ostro popolo in questo continente costruendovi cultura e ricchezza. La fede ricevuta anche attraverso la devozione all’apostolo San Bartolomeo, patrono di Lipari e protettore delle sette Isole Eolie nei momenti di sconforto, di bisogno, di dolore e di sofferenza, specie nel distacco dalla propria patria, li ha sorretti e consolati e gli ha dato forza per ricostruire una vita in questa nuova terra”.
Un ringraziamento particolare va rivolto alle comunità eoliane d’Australia per il forte senso d’ospitalità e per la calorosa accoglienza riservata alle delegazioni e ai gruppi giunti dalle Eolie in questi venti anni e composti da persone, per la maggior parte giovani, desiderose di vivere questa bellissima esperienza in Australia e di incontrare i propri conterranei, parenti e amici, che vivono agli antipodi, molto lontani dall’Italia e dalle isole Eolie come distanza, ma tanto vicini con l’animo e con il cuore.