Salina: rubrica settimanale della Biblioteca di Malfa ” Mercanti di Mare”
2 Marzo 2015 La Biblioteca Comunale di Malfa
Alla fine del ‘500 è avvenuto il ripopolamento di Salina, incoraggiato dal vescovo di Lipari, desideroso di vedere coltivate le fertili terre dell’Isola.
Così attorno alle chiese di Santa Marina, della Madonna del Terzito, di San Lorenzo e di Sant’Onofrio si trovarono a vivere insieme uomini e famiglie provenienti dal’intero bacino del Basso Tirreno.
Nel corso del XIX si è sviluppata una marineria basata sui rapporti di scambio fra le Eolie e la terraferma e, nella metà dell’Ottocento, si è venuta a formare, a Salina , una vera e propria flotta
di velieri armati di piccoli e medi patroni marittimi.
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“La comunità di allora – afferma Marcello Saija nella sua introduzione – pur essendo eterogenea per provenienze geografiche, culturali e sociali, riesce ad annodare i mille fili dello sviluppo e con lo stesso coraggio con cui
affronta il mare per i suoi commerci, si da regole, accumula valori e trasmette cultura. E quando questa organizzazione cade, ciò non avviene per mali interni, ma a causa della fillòssera che distrusse i vigneti e della vorticosa
trasformazione di una epoca che ha minato le fondamenta su cui l’Isola si era retta ed aveva prosperato per più di un secolo.
Durante il ‘900 si innescano meccanismi nuovi e si tentano vie alternative; infatti con le rimesse degli emigrati arrivano la Banca, la Cooperativa di produzione e lavoro, l’Azienda Elettrica ed i vapori della
Società “Eolia”.
Ma tutto ciò non è sufficiente.
In seguito il turismo scopre Salina semi spopolata, chiusa a riccio in una economia fondata sul pubblico impiego e su marginali fatti locali, subalterna persino nel mercato dei capperi e della malvasia che potrebbe ancora
costituire il olàno della ripresa socio-economica con un rilancio Il volume, approfondisce con rigore scientifico la storia dell’isola a partire dall’Ottocento e mette in evidenza l’operosità di una generazione, l’intelligenza e la sagàcia dei
“padroni marittimi” che hanno avuto il merito di diffondere nei paesi del Mediterraneo il nome delle Eolie insieme ai pregiati prodotti della terra di Salina.
Agli autori va riconosciuto, altresì, il merito di avere riportato
alla luce la memoria storica di un passato che era sepolto.
Antonio Brundu