Gli eoliani espropriati del diritto di nascere nell’arcipelago
13 Giugno 2011 Cronaca EolieAl comparire delle prime doglie entrambe, in giorni diversi, sono state accompagnate dai mariti all’ospedale ma non sussistendo – si sostiene– una certa urgenza ( come da normativa esistente da quasi un anno) è stato richiesto, per ambedue i casi, l’arrivo del velivolo del 118 per il trasferimento delle due donne nelle strutture disponibili della terraferma tra Messina e Patti. In uno dei due casi, addirittura, la gestante, J.R.C. 30 anni cubana, residente nell’isola di Vulcano, a travaglio iniziato a notte fonda, è stata costretta a salire sull’elicottero due volte: da Vulcano, appunto per Lipari e , successivamente, con lo stesso mezzo bloccato precauzionalmente nell’elipista del nosocomio isolano, da Lipari per Messina. Gli eoliani, insomma, sono stati “espropriati” del diritto di nascere nella propria terra contrariamente a quanto avviene nel resto delle isole minori d’Italia ( ma non di Sicilia). « Ma – ed è quanto si chiedono gli isolani – per fare nascere i nostri figli perché dobbiamo vederne di tutti i colori». Finchè va bene è un conto ma i rischi sono tanti, e, a quanto pare, non vengono tenuti in considerazione. Per non parlare del provocato stato confusionale di medici e paramedici all’ospedale di Lipari in tali circostanze. Professionisti che operano in un clima di sfiducia che rischia di ripercuotersi sui pazienti. La questione dei parti in trasferta, se non nei cieli del basso Tirreno, è stata affrontata ieri mattina a Palermo da Saverio Merlino, rappresentate del Comitato ” Voglio nascere a Lipari”, con l’assessore regionale Massimo Russo. Presente l’on. Alessandra Siragusa del Pd. Russo è stato inflessibile. «Nell’isola – ha detto – si continueranno a garantire le urgenze». L’Assessore, giustamente continua a difendere il suo “pluridecorato” piano di rimodulazione della spesa ma, probabilmente, non conosce la realtà isolana. Frattanto sta per ripresentarsi un’altra emergenza che riguarda la riabilitazione. La cooperativa Rigenera, ha comunicato all’Asp di Messina che dal 25 giugno dovrà interrompere il servizio di riabilitazione ambulatoriale e domiciliare per problemi di budget e, conseguente, ridimensionamento del personale. Al centro di Canneto, pertanto mancheranno presto la psicoterapeuta ( da anni ha in cura una ventina di bambini) ed altre figure specializzate che offrono un prezioso lavoro in un territorio disagiato.